Sentirsi ascoltati soddisfa il nostro bisogno di esternare le nostre idee ed emozioni, l’espressione di sé; aiuta a renderci consapevoli in quanto chi ci ascolta, in maniera autentica, ci fa da specchio, permette ai nostri pensieri e sentimenti di uscire all’esterno, in modo da poterne diventare consapevoli a nostra volta. Ci fa sentire apprezzati, importanti e diamo valore alle nostre affermazioni perché l’altro è a nostra disposizione.

Ascoltare è un atto intellettuale ed emozionale. Udire è un’azione fisica.

Possiamo definire quattro diverse modalità dell’ascoltare: l’ascolto passivo, un tipo di ascolto poco efficace che si attua quando le parole entrano da un orecchio ed escono dall’altro. L’ascolto selettivo, che è quello più comunemente messo in pratica quando si sente solo quello che si vuole sentire o, in altre parole, si filtra il messaggio. L’ascolto riflessivo il cui scopo è quello di fare da specchio e re-inviare a chi parla quanto sta dicendo, permettendogli di acquisire una nuova visione di quello che ha comunicato in modo verbale e non verbale; aiutando a far afferrare nuove idee, far fronte alle insoddisfazioni e le problematiche altrui senza esprimere giudizi e reintegrando, se necessario, le emozioni negative. La quarta modalità dell’ascoltare è l’ascolto attivo.

L’ascolto attivo è il jolly per migliorare la capacità di ascolto; è un feedback su quello che ci è stato trasmesso dal nostro emittente. Chi ascolta restituisce a chi parla ciò che ha appena ascoltato, accompagnandolo nell’esplorazione intrapresa.

Parlare con qualcuno che ci ascolta utilizzando l’ascolto attivo, ci fa sentire a nostro agio nel condividere anche i nostri pensieri più profondi e le nostre emozioni. Questo perché nell’ascolto attivo il giudizio viene sospeso e lascia spazio all’empatia. Utilizzare l’ascolto attivo permette quindi di instaurare una comunicazione più fluida, che si basa sul rispetto e che non viene guidata dai pregiudizi o dalle proprie urgenze.

Come sarebbe bello se tutti ci ascoltassero in questo modo e, quindi, se anche noi fossimo in grado di ascoltare tutti così?

L’ascolto attivo è una competenza che si può acquisire portando consapevolezza alla propria e altrui comunicazione.

Ecco le 7 regole per imparare ad ascoltare utilizzando l’ascolto attivo[1]:

  1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.
  2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.
  3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva.
  4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi.
  5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze.
  6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.
  7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica.
    Ma quando hai imparato ad ascoltare,l’umorismo viene da sé.

Pronti a metterle in pratica?


 

[1] Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte. 2003, Bruno Mondadori.